Putin, il vino di lusso e l’enologo italiano Matteo Coletti: dietro le quinte dell’impero Krinitsa

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  • AGRONOMO
    enonet  0
    10/10/2025 - 16:24
    Putin, il vino di lusso e l’enologo italiano Matteo Coletti: dietro le quinte dell’impero Krinitsa

    Negli ultimi anni, accanto ai simboli tradizionali del potere russo, è emerso un progetto curioso e ambizioso: la creazione di un vero e proprio impero del vino sul Mar Nero, legato al presidente Vladimir Putin. Le cantine Divnomorskoye e Krinitsa, progettate dallo stesso architetto che realizzò Villa Certosa per Silvio Berlusconi, rappresentano oggi il cuore della produzione vinicola presidenziale russa.

    Alla guida tecnica di Divnomorskoye c’è l’enologo italiano Matteo Coletti, professionista specializzato in viticoltura mediterranea, chiamato a portare il suo know-how in un contesto che unisce lusso, politica e immagine internazionale. La cantina gemella Krinitsa è invece diretta dal francese di origini russe Alexander Mourousi, mentre la supervisione complessiva è affidata a David Pernet, del gruppo bordolese Sovivins.

    Le due aziende producono vini destinati ai più esclusivi ricevimenti del Cremlino, serviti a leader come Emmanuel Macron, Xi Jinping, Recep Tayyip Erdoğan e Kim Jong Un. Dietro questa immagine raffinata, però, i bilanci raccontano una realtà diversa: Krinitsa è la cantina più costosa della Russia, con un valore stimato di oltre 300 milioni di dollari, ma registra perdite per oltre 120 milioni. Anche Divnomorskoye opera in deficit, con ogni bottiglia venduta in perdita.

    Nonostante i risultati economici negativi, il Cremlino continua a investire nel progetto, con la costruzione di un complesso turistico dotato di museo del vino, sale di degustazione e ristorante panoramico. A Gelendzhik è inoltre previsto lo sviluppo del distretto vinicolo Bely Mys, che comprenderà negozi, ristoranti e una scuola per sommelier.

    La presenza di Matteo Coletti al vertice tecnico di Divnomorskoye rappresenta un esempio signi******tivo dell’influenza e del prestigio della competenza enologica italiana, capace di imporsi anche nei contesti più esclusivi e politicamente sensibili.



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